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<p>ciao a tutt*</p>
<p>l'associazione Terra! ci invita a sottoscrivere questa
petizione:<br>
</p>
<pre class="moz-quote-pre" wrap=""><a class="moz-txt-link-freetext" href="https://www.associazioneterra.it/lettera-al-ministro-patuanelli/">https://www.associazioneterra.it/lettera-al-ministro-patuanelli/</a>
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ecco il testo della petizione
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<font size="+1">Al Ministro delle Politiche Agricole, Agroalimentari e Forestali
On. Stefano Patuanelli
OGGETTO: richiesta di incontro su norme di commercializzazione dell’ortofrutta
Onorevole Ministro,
con la presente, l’associazione Terra!, insieme a centinaia di aziende agricole, realtà della piccola distribuzione, operatori del commercio al dettaglio e associazioni operanti in tutta Italia, intende portare alla Sua attenzione -
e all’attenzione del Governo - la richiesta di revisione delle norme che regolano il calibro dei prodotti agricoli e la promozione di un intervento normativo che promuova la commercializzazione di frutta e verdura di categoria inferiore alla prima. Siamo a chiederLe al proposito un incontro urgente per condividere le nostre preoccupazioni e proposte.
A seguito di una lunga inchiesta sul campo pubblicata nel rapporto “Siamo alla frutta”, Terra! ha infatti evidenziato come il reddito degli agricoltori stia subendo importanti flessioni a causa della difficoltà di trovare un mercato remunerativo per prodotti “fuori calibro”(ma di oggettiva qualità organolettica per specie e varietà), la cui quota aumenta esponenzialmente a causa degli effetti del cambiamento climatico.
La grande distribuzione organizzata tende a rifiutare(o ad acquistare il prodotto a un prezzo così basso da non poter coprire i costi di produzione degli agricoltori)frutta e verdura che non rispecchi i canoni estetici e i criteri morfologici tipici della “Categoria Extra” e della “Categoria I”, restringendo sensibilmente l’accesso al mercato per migliaia di tonnellate di prodotti ortofrutticoli che –pur conservando qualità organolettiche comparabili – presentano forme, dimensioni e aspetto lievemente differenti.
A stabilire la “selezione all'ingresso” nel mercato ortofrutticolo, sono le disposizioni del Regolamento UE 543/2011, poi modificato dal 428/2019. Oggi questa normativa è al vaglio della Commissione Europea per una revisione: tra le opzioni in campo c’è anche l’abolizione delle norme di commercializzazione che interessano l’estetica e il calibro dei prodotti ortofrutticoli. La nostra richiesta è che l’Italia si faccia pubblicamente promotrice in UE dell’eliminazione di queste restrizioni. Alla luce di una valutazione svolta proprio dalla Commissione Europea nel 2019, infatti, il parziale allentamento di queste regole attuato già dal regolamento 543/2011 rispetto alle prime regole vigenti nel 2008, non ha causato impatti né sulla volatilità dei prezzi né sugli scambi commerciali. Sulla base di questa valutazione, riteniamo fondamentale procedere a un'ulteriore rimozione dei vincoli estetici sui prodotti ortofrutticoli. Il contesto climatico-ambientale, in Italia e nell’intera Europa mediterranea, rende infatti ogni anno più complesso per gli agricoltori ottenere raccolti in linea con queste norme.
L’aumento degli eventi meteorologici estremi ascrivibili al cambiamento climatico è particolarmente evidente nel nostro Paese, con effetti sempre più gravi sull’agricoltura. Le gelate improvvise, alternate a precipitazioni intense (grandinate, alluvioni), le ondate di caldo e le prolungate siccità che stanno affliggendo l’Italia con frequenza e intensità sempre crescenti. Questi fenomeni sono tra le principali cause che hanno determinato, negli ultimi vent’anni, una perdita di 12 mila ettari coltivati a pere in Italia. Anche l’agrumicoltura risente del combinato disposto fra concorrenza straniera e impatti climatici: per fare un esempio, nel ventennio 2000-2019 la superficie coltivata ad arance è calata da 107.000 a 82.000 ettari. Un terzo caso è quello del kiwi, settore in cui la produzione, dal 2014 al 2019, si è ridotta di quasi 100.000 tonnellate. Il fattore scatenante, nel caso del kiwi, potrebbe essere una malattia causata proprio dal cambiamento climatico.
I casi descritti sono parte di una tendenza generale che rischia di acuirsi con il passare degli anni e con l’aumento dei fenomeni meteorologici estremi guidato dalla crescita delle temperature medie. Sarà sempre più difficile per i produttori rispettare le norme di commercializzazione con i loro canoni estetici stringenti: se queste regole -unite alle politiche di acquisto della grande distribuzione che ad esse fa riferimento -continueranno a costituire il collo di bottiglia per l’accesso al mercato del fresco, decine di migliaia di aziende si vedranno costrette a chiudere.
Tutto questo può essere impedito da un’azione che il Ministero, il Governo e il Parlamento devono portare avanti ciascuno per le proprie competenze, disinnescando gli automatismi con la regolamentazione europea che oggi il settore della GDO applica nel selezionare i prodotti da mettere a scaffale.
Per salvare la frutticoltura italiana, siamo a chiederLe questo impegno pubblico urgente, coerente fra l’altro con lo spirito della Strategia Farm to Fork, nell’ambito della quale -fra gli altri impegni -la Commissione Europea “esaminerà anche le perdite alimentari in fase di produzione e valuterà modi per prevenirle”.
La difficoltà di trovare mercati remunerativi per l’ortofrutta che non rispetta i canoni estetici, imposti dal settore retail sulla scorta della normativa UE, spinge infatti gli agricoltori a lasciare, non di rado, i prodotti sul campo, contribuendo in maniera significativa alle perdite alimentari.
Fiduciosi che questo tema possa riscuotere in Lei l’opportuno interesse, ribadiamo la nostra richiesta di incontro e restiamo in attesa di un cortese riscontro.</font>
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