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<p><font face="Ubuntu"><b>
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<p><b>Ricordo di Vincenzo</b><br>
<br>
Oggi il mondo è un po' più triste senza Vincenzo, un uomo che ha
vissuto con passione la sua vita,<br>
sempre pronto a mettersi in gioco per costruire un mondo più
giusto e solidale. È difficile<br>
riassumere in poche parole la sua figura, ma una cosa è certa: chi
ha avuto il privilegio di<br>
conoscerlo non lo dimenticherà mai.<br>
<br>
Vincenzo aveva 91 anni e una vita ricca di esperienze e di scelte
coraggiose. Era un uomo che ha<br>
viaggiato tanto, esplorando luoghi e culture, ma a un certo punto
aveva scelto di fermarsi, o meglio,<br>
di fermarsi con Claudia, la donna che ha amato per tutta la vita.
Se non fosse stato per gli occhi<br>
incantevoli di Claudia, Vincenzo avrebbe continuato a viaggiare, a
scoprire, a lottare per il bene<br>
comune. Ma quella vita di scelte e sacrifici ha trovato un punto
di riferimento importante in lei.<br>
<br>
Ci siamo conosciuti vent'anni fa, quando insieme abbiamo dato vita
al Distretto di Economia<br>
Solidale della nostra città, esperienza vitale, anche se
fondamentalmente fallimentare. Ma lui<br>
aveva già percorso un significativo tratto di vita: il suo impegno
nella fondazione di cooperative e<br>
associazioni, come Emmaus, di ritorno dalla Francia, ha segnato la
vita di molti. Ma non<br>
dimentichiamo che è stato anche uno dei fondatori nel 1964 del
Movimento Nonviolento.<br>
<br>
Ancora, ricordiamo la sua partecipazione al famoso blitz del '91
al treno della morte, quando un<br>
manipolo di pacifisti aveva bloccato un carico di carri armati
destinati a essere imbarcati verso il<br>
Medio Oriente, in occasione della prima guerra del Golfo.
Un'azione che dovrebbe essere<br>
insegnata nelle scuole, come esempio di resistenza civile contro
l’orrore della guerra. Altro che i<br>
pacifisti che oggi accettano di armare una fazione in guerra!<br>
<br>
Quel giorno, insieme a un gruppo di attivisti veronesi, Vincenzo
si sdraiò sui binari della stazione di<br>
Balconi di Pescantina, per bloccare un treno che trasportava
morte, fermare un'operazione militare<br>
che avrebbe alimentato l'orrore della guerra. Il treno fu
costretto a fermarsi: le forze dell'ordine,<br>
non riuscendo a fermare il primo gruppo, dovettero affrontare i
vari blocchi, uno dopo l'altro. Il<br>
confronto portò al sequestro di macchine fotografiche e
striscioni, mentre gli attivisti venivano<br>
arrestati e portati in questura.<br>
<br>
L’azione fu riconosciuta come legittima, un atto nonviolento volto
a salvare vite umane. Nel 2005,<br>
la Corte d’Appello di Venezia assolse tutti gli imputati,
sottolineando che l’azione era<br>
un’espressione di libertà di pensiero, un atto coerente con il
ripudio della guerra. Era, come disse il<br>
presidente della Corte, «un atto coerente con la legge suprema
della vita».<br>
<br>
Abbiamo imparato tanto da lui: la sobrietà, l'essenzialità della
sua vita e la sua semplicitá. La sua<br>
immensa saggezza, ma anche il suo esempio di coerenza e impegno.
Vincenzo non era un uomo che<br>
parlava tanto, ma ogni parola che diceva aveva un peso.<br>
<br>
Vincenzo era un uomo che ha dedicato la sua vita alla costruzione
di una comunità solidale. La<br>
sua adesione a Emmaus e il suo impegno nel fondare cooperative
hanno rappresentato il nucleo del<br>
suo pensiero: la lotta non era mai un concetto astratto, ma un
impegno pratico per migliorare la vita<br>
degli altri, per aiutare chi era in difficoltà, per costruire un
mondo più giusto.<br>
</p>
<p>Questi è il <a href="https://www.quarei.it/matonele/?p=6939"><b>link</b></a>
all'articolo pubblicato sul sito de Le Matonele. Se ci sono
persone che desiderano lasciare un messaggio lo possono fare
inserendo un commento.</p>
<p>lunedì 2 dicembre alle ore 15 a Colà di lazise ci sarà il
funerale<br>
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