<!DOCTYPE html>
<html>
<head>
<meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8">
</head>
<body>
<p>Ciao, rispondo un po' in ritardo. Grazie per la traduzione della
lettera. Dall'inizio del genocidio mi sto impegnando con il
gruppo Verona per la Palestina, proprio per evitare di stare dalla
parte dei silenziosi complici. Inoltre "mettendo le mani in pasta"
nella lotta per i diritti del popolo palestinese, si scoprono
mille ipocrisie di quello che è il nostro sistema, e che la
lettera mette in evidenza. A questo proposito, un libro che ho
trovato interessante è "<a
href="https://cloud.3x1t.org/index.php/s/PBrE5NDF8CX6fxi">l'industria
dell'olocausto</a>" di Finkenstein (uno scrittore ebreo
americano)<br>
</p>
<p>Se a qualcuno può interessare impegnarsi per il boicottaggio
informo che domani sera ci troveremo per mettere in campo una
campagna organizzata dal movimento BDS (Boicottaggio,
Disinvestimento e Sanzioni contro il sionismo).<br>
L'incontro sarà alle ore 20.15 (inizio ore 20.30) in zona Borgo
Roma.<br>
<br>
Lo scopo è attivare una campagna SPLAI (Spazio Libero da Apartheid
Israeliana) coinvolgendo tutti gli esercizi e spazi pubblici che
pensiamo possano aderire (a partire dagli amici come Paratodos,
Libre e altri, compresi circoli ARCI, i quali hanno già aderito a
livello nazionale)<br>
Ci troveremo per vedere insieme il materiale di BDS e fissare un
piano per andare a visitare i negozi e gli esercizi che vogliamo
coinvolgere.<br>
Per ogni esercizio sarà necessario prendere contatto e fissare un
appuntamento per proporre l'adesione.<br>
---<br>
<b>Chi vuole partecipare (dal vivo o su meet <span
style="color: rgb(30, 34, 45); font-family: Inter, "Helvetica Neue", Arial, sans-serif; font-size: 14px; font-style: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-caps: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; word-spacing: 0px; -webkit-text-stroke-width: 0px; white-space: normal; background-color: rgb(255, 255, 255); text-decoration-thickness: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-color: initial; display: inline !important; float: none;">(╥‸╥)</span>
mi mandi un messaggio al numero 3393878767.</b><br>
---<br>
</p>
<p>Qui materiale per la campagna. </p>
<p>In particolare il pieghevole e l'adesivo da affiggere in bella
mostra dentro e fuori dall'esercizio e ci interessa il <i>kit
splai</i> che spiega la procedura di adesione<br>
<br>
<a
href="https://bdsitalia.org/index.php/risorse-splai/2916-kit-splai-marzo-2026"
class="moz-txt-link-freetext">https://bdsitalia.org/index.php/risorse-splai/2916-kit-splai-marzo-2026</a><br>
<br>
materiale SPLAI<br>
<a href="https://bdsitalia.org/index.php/campagne/splai"
class="moz-txt-link-freetext">https://bdsitalia.org/index.php/campagne/splai</a>
<br>
<br>
<br>
<br>
</p>
<p>Volendo potrebbe aderire anche il gruppo Exit, apponendo il suo
"adesivo virtuale" sul sito.<br>
</p>
<p>A presto, Christian</p>
<p><br>
</p>
<div class="moz-cite-prefix">Il 05/05/2025 11:06, antonio ha
scritto:<br>
</div>
<blockquote type="cite"
cite="mid:37ef5cc3-dc4c-4483-98ae-d56182ff1e93@3x1t.org">ciao a
tutt*
<br>
<br>
forse questo articolo che è stato inviato alla lista nazionale dei
GAS non sarà tutto "oro colato", ma una domanda anzi più di una
dovremmo porcele, stiamo veramente facendo qualcosa per la pace?
<br>
<br>
Io non mi sento assolto, mi chiedo sempre cosa possiamo fare?
<br>
<br>
Così diceva Martin Luther King: "Non ho paura della cattiveria dei
malvagi ma del silenzio degli onesti"
<br>
<br>
e purtroppo non basta indignarsi e scrivere
<br>
<br>
<br>
<br>
Ecco la traduzione.
<a class="moz-txt-link-freetext" href="https://jembendell.com/2025/04/21/what-did-you-do-in-the-genocide-daddy/">https://jembendell.com/2025/04/21/what-did-you-do-in-the-genocide-daddy/</a>
Tradotto da Sonia Persichini con Deepl e corretto da Glauco
Venturi.
<br>
<br>
Perché dovremmo parlare di Gaza e del genocidio nella Giornata
della Terra? In parte perché dovremmo parlarne ogni giorno. In
parte perché lo stesso mix di forze che sta distruggendo il
pianeta sta distruggendo la vita e la terra a Gaza. In parte
perché il settore ambientale mainstream non ne parlerà, mentendo
sul fatto che tutto ciò di cui abbiamo bisogno sono più
tecnologia, speranza e leadership carismatica per salvare il
mondo. Il mio amico e collega nel campo della preparazione al
collasso, Matthew Slater, ha marciato con la bandiera palestinese
quasi ogni giorno negli ultimi 18 mesi. Abbiamo discusso di ciò
che ha imparato e di ciò che si può fare di più, dando vita al
seguente saggio. Vi preghiamo di leggerlo e di condividerlo con
altre persone via e-mail, non sui social media, dove questi
contenuti vengono probabilmente seppelliti dagli algoritmi.
<br>
Grazie, Jem
<br>
Cosa hai fatto durante il genocidio, papà?
<br>
di Matthew Slater [ascolta l'audio di questo saggio
<a class="moz-txt-link-freetext" href="https://soundcloud.com/jem-bendell/what-did-you-do-in-the-genocide-daddy">https://soundcloud.com/jem-bendell/what-did-you-do-in-the-genocide-daddy</a>
].
<br>
Trovo difficile parlare di Palestina.
<br>
Quello che sta accadendo è molto più di un conflitto regionale o
di un'operazione antiterroristica. Molto di più anche del presunto
genocidio che sta prendendo piede. Prima di esporre il mio caso,
sarà utile per alcuni lettori che si affidano ai media
tradizionali, che io esponga alcuni fatti. Mi limiterò a 10!
<br>
1. La retorica sionista sostiene tipicamente di rappresentare
tutti gli ebrei, e che chiunque si opponga allo Stato israeliano o
alle sue azioni illegali odia tutti gli ebrei. La loro
affermazione è che solo gli ebrei sono “nativi” e hanno diritti
legali, genetici o addirittura biblici per controllare il
territorio. Tuttavia, questa idea non è intrinseca all'ebraismo ed
è nata da una setta di ebrei europei nel XIX secolo. Tali
rivendicazioni non sono supportate dalla legge, dalla genetica e
nemmeno dalla Torah, almeno secondo molti ebrei ortodossi, che
credono che la diaspora sia un'intenzione di Dio: “Il Signore vi
disperderà tra i popoli, e voi rimarrete pochi di numero tra le
nazioni dove il Signore vi condurrà.” (Deuteronomio 4:27).
Pertanto, qualsiasi iniziativa volta a equiparare l'antisionismo
all'antisemitismo, viola il diritto degli ebrei di avere una
diversità di vedute sulla loro religione e su Israele.
<br>
2. L'atto di costituzione di Hamas nel 1988 può essere letta come
un'espressione di intenti genocidi nei confronti degli ebrei, ma
questo è stato molto chiarito nell'aggiornamento del 2017, in cui
si afferma che il “conflitto è con il progetto sionista, non con
gli ebrei a causa della loro religione”. Questo fatto non è stato
riportato, perché non si adatta alla narrazione secondo cui
Israele non ha altra scelta che cancellare Gaza.
<br>
3. I militanti hanno commesso crimini di guerra il 7 ottobre, ma
i titoli che hanno fatto il giro del mondo sui bambini decapitati
e cotti erano falsi
<a class="moz-txt-link-freetext" href="https://www.aljazeera.com/news/2024/3/21/october-7-forensic-analysis-shows-hamas-abuses-many-false-israeli-claims">https://www.aljazeera.com/news/2024/3/21/october-7-forensic-analysis-shows-hamas-abuses-many-false-israeli-claims</a>
e quasi certamente progettati da consulenti di pubbliche relazioni
per massimizzare l'indignazione pubblica. Questa storia è stata
poi ampiamente riportata, contribuendo a disumanizzare il nemico,
e fornendo una copertura psicologica per le atrocità che sarebbero
avvenute in seguito. Purtroppo, per trovare prove di bambini
decapitati, basta guardare Gaza.
<br>
4. Dopo aver dichiarato inizialmente 1400 vittime, il conteggio
reale delle vittime civili israeliane (perché 373 morti di soldati
non sono illegali) è la metà (695). Molte di queste non sono state
però uccise da gazawi, infattil'IDF (Israel Defense [sic] Forces)
ha ammesso un'immensa quantità di incidenti intenzionali di fuoco
amico, dovuti alla politica israeliana di uccidere i propri
soldati, forse anche civili, piuttosto che permettere che vengano
fatti prigionieri.
<br>
5. La macchina delle pubbliche relazioni di Israele ha diffuso lo
slogan “Israele ha il diritto di difendersi”. Questa frase è stata
ripetuta per mesi, ma in realtà è falsa e fuorviante in relazione
ai territori occupati illegalmente. Falsa, perché il diritto
internazionale afferma l'esatto contrario, ovvero che le
popolazioni occupate hanno il diritto di resistere mentre gli
occupanti non hanno tale diritto. È fuorviante, perché le azioni
di Israele non costituiscono in alcun modo una difesa; per legge,
solo una risposta proporzionata può essere considerata “difesa”.
Se un recente studio di Lancet è corretto riguardo ai 186.000
morti gazawi, allora sottraendo 20.000 miliziani (una stima
dell'IDF) il rapporto tra i soldati uccisi è di 50:1 e il rapporto
tra i civili uccisi supera di gran lunga i 200:1.
<br>
6. Il massacro indiscriminato e l'imposizione di una massiccia
affamazione della popolazione da parte di Israele, non sta
assolutamente facendo raggiungere i suoi obiettivi di guerra
dichiarati - infatti, piuttosto che eliminare Hamas, il
reclutamento rimane forte. Eppure la strategia di Israele di
bombardare e affamare i civili continua. I ministri del governo
israeliano a volte lo ammettono: Il ministro della Difesa Yoav
Gallant si vanta di usare il cibo (e l'acqua) come arma, il che è
un crimine di guerra: “Stiamo combattendo contro animali umani e
ci comportiamo di conseguenza... Non ci sarà elettricità, né cibo,
né carburante, tutto è chiuso”
<a class="moz-txt-link-freetext" href="https://www.timesofisrael.com/liveblog_entry/defense-minister-announces-complete-siege-of-gaza-no-power-food-or-fuel">https://www.timesofisrael.com/liveblog_entry/defense-minister-announces-complete-siege-of-gaza-no-power-food-or-fuel</a>
. Il Primo Ministro Netanyahu evoca la storia biblica per
giustificare l'annientamento di una popolazione: “Dovete ricordare
ciò che Amalek vi ha fatto”. Il passo continua con “cancellerete
la memoria di Amalek da sotto il cielo”, il che implica
l'uccisione di tutti, compresi gli animali, e l'incendio dei
raccolti. Il presidente Isaac Herzog invoca la punizione
collettiva, un crimine di guerra, quando afferma: “La
responsabilità è di un'intera nazione”. Queste dichiarazioni,
insieme ai fatti di distruzione sul terreno, indicano che
“eliminare Hamas” è stata una copertura per uccidere o espellere
tutti da Gaza.
<br>
7. L'IDF, e parte della società israeliana in generale, hanno
talmente normalizzato l'odio e l'omicidio dei palestinesi che
molti soldati celebrano i loro crimini sui social media. Questo
fenomeno è così diffuso che è stata creata una fondazione per
raccogliere queste prove e chiedere arresti specifici.
<br>
8.Nonostante la copertura significativa del conflitto, i media
mainstream in Occidente hanno scelto costantemente un linguaggio
che mette in dubbio le fonti palestinesi e sminuisce la sofferenza
dei palestinesi, ammorbidendo l'aggressione israeliana e sminuendo
la resistenza e la protesta globale.
<br>
9. I leader politici di Stati Uniti, Regno Unito, Germania e
altri vendono spudoratamente bombe a Israele, sapendo che saranno
usate illegalmente. Leader dell'UE come la Presidente della
Commissione Europea Ursula von der Leyen, e l'Alto Rappresentante
Josep Borrell, hanno affermato il “diritto di Israele a
difendersi” ma non quello della Palestina, e hanno chiesto la
liberazione di 250 ostaggi israeliani ma non di 10.000 ostaggi
palestinesi. Il Regno Unito effettua voli di ricognizione su Gaza
per sostenere l'IDF. Diversi Paesi dell'UE non hanno rispettato i
loro impegni internazionali nei confronti della Corte penale
internazionale, e hanno permesso a Netanyahu di sorvolare il loro
territorio - e persino di visitarlo. Tuttavia, nelle votazioni
dell'ONU, la stragrande maggioranza dei Paesi è favorevole alla
Palestina.
<br>
10. Da tempo sono stati lanciati campanelli d'allarme sulle
attività di lobbying di Israele nei confronti dei Paesi stranieri,
coltivando relazioni con politici di Paesi strategici, che possono
essere facilmente interpretate come corruzione e ricatto. Si veda
il documentario di Al Jazeera, The Lobby
<a class="moz-txt-link-freetext" href="https://www.aljazeera.com/program/investigations/2017/1/10/the-lobby-young-friends-of-israel-part-1">https://www.aljazeera.com/program/investigations/2017/1/10/the-lobby-young-friends-of-israel-part-1</a>
, per un'indagine sotto copertura nel Regno Unito.
<br>
Le motivazioni in questo caso sembrano abbastanza semplici - è la
classica operazione coloniale: desiderare le risorse, uccidere gli
indigeni e sbianchettare il tutto per i consumatori in patria. Una
volta che Donald Trump ha offerto una visione di Gaza come resort
di lusso, gli sforzi si sono raddoppiati sia per uccidere i gazawi
sia per convincerli ad andarsene volontariamente, verso una
destinazione ancora da determinare. Le tensioni sono aumentate
anche in Cisgiordania che, senza un'azione internazionale,
potrebbe subire un destino simile.
<br>
I fatti che ho elencato sono stati prontamente disponibili,
quindi non è credibile né morale dire che il massacro
indiscriminato è “complicato” o “ci deve essere un altro lato
della storia”. Non esiste alcuna legge, scritta o meno, che
permetta l'assassinio di giornalisti, medici, operatori umanitari,
il massacro di donne e bambini, la demolizione di case, ospedali,
scuole, panetterie ed edifici religiosi, né la distruzione di
terreni agricoli.
<br>
Questo genocidio non è quindi fondamentalmente complicato, ma non
può essere compreso senza riconoscere il ruolo degli Stati Uniti.
I legami tra i due Paesi sono profondi:
<br>
* Gli aiuti militari statunitensi a Israele nel 2024 ammontavano
a oltre 2.000 dollari per israeliano, contro i meno di 400 dollari
dell'Ucraina e i 130 dell'Egitto.
<br>
* L'ex ambasciatore americano in Israele Martin Indyk ha
dichiarato due anni fa: “Dipendiamo da Israele per stabilizzare la
regione”, il che mi porta a chiedermi come Israele riesca a
raggiungere questo obiettivo: inviando ondate di rifugiati ai suoi
vicini, o attraverso i prolifici omicidi del Mossad, o la sua
costante aggressione all'Iran.
<br>
* Israele possiede anche armi nucleari illegali, mentre gli Stati
Uniti fingono con il mondo che non sia così.
<br>
* Gli Stati Uniti usano sempre il veto del Consiglio di Sicurezza
per difendere Israele alle Nazioni Unite.
<br>
* Molti senatori statunitensi praticano il sionismo cristiano,
sostenendo che Dio sostiene Israele.
<br>
* Israele ha la più grande lobby politica (AIPAC) degli Stati
Uniti. Finanzia i politici in molti modi, e non solo i sionisti
cristiani. Al contrario, il senatore Bernie Sanders ha
recentemente dichiarato: “Se votate contro il Primo Ministro
israeliano Benjamin Netanyahu e la sua orribile guerra a Gaza,
l'AIPAC vi punirà con milioni di dollari in pubblicità per vedervi
sconfitti”.
<br>
* Israele sviluppa e testa armi per la guerra urbana sui
palestinesi prima di venderle ai suoi alleati.
<br>
* Jeffrey Epstein è sospettato di aver passato al Mossad
informazioni utili per il ricatto, dando loro la possibilità di
influenzare gli Stati Uniti e altri responsabili delle decisioni.
<br>
Per quanto ripugnanti siano le azioni di Israele, gli Stati Uniti
forniscono copertura materiale e politica. Dopo la Seconda guerra
mondiale, gli Stati Uniti si sono autoproclamati legislatori,
poliziotti, giudici e banche globali, usando questi privilegi per
neutralizzare le Nazioni Unite e sottomettere altri Paesi. Come
entità capitalista, gli Stati Uniti dipendono assolutamente dalla
crescita per il loro benessere, quindi, dato che la crescita
economica globale si sta verificando maggiormente in Cina e nella
coalizione dei BRICS, le politiche estere degli Stati Uniti
possono sembrare quelle di un animale messo all'angolo, che si
dimena facendo tentativi disperati di "lottare contro la loro
fine". Purtroppo, alcuni dei danni collaterali derivano dal
diritto internazionale. Non intendo suggerire che gli Stati Uniti
abbiano mai limitato le loro azioni al diritto internazionale -
spesso è stato ignorato e talvolta usato come giustificazione per
distruggere Paesi e aprire i loro mercati. Ma in 18 mesi di
bombardamenti indiscriminati sulla Palestina, l'ipocrisia degli
Stati Uniti sembra aver raggiunto un livello senza precedenti che
rende il diritto internazionale ampiamente superfluo - lo
testimoniano i tentativi legali del Sudafrica di fermare Israele
presso la Corte Internazionale di Giustizia, dove dopo una
sentenza provvisoria, a Israele sono stati appena concessi altri 6
mesi per rispondere alle accuse di genocidio dello scorso anno.
<br>
“L'illusione della libertà continuerà fino a quando sarà
redditizio continuare l'illusione. Nel momento in cui l'illusione
diventerà troppo costosa da mantenere, smonteranno la scenografia,
tireranno indietro il sipario e vedrete il muro di mattoni in
fondo al teatro”. - Frank Zappa, Il vero libro di Frank Zappa
(1989), p. 185
<br>
Se vogliamo contribuire a ridurre la sofferenza nel mondo, come
possiamo cercare di dare un senso a questa situazione?
Innanzitutto, potremmo ammettere che molti di noi non vivono in
Paesi democratici. Sondaggi su sondaggi mostrano che i cittadini
occidentali non vogliono che le loro tasse sostengano un
genocidio, né che i loro regimi pensionistici ne traggano
profitto. Eppure non potrei nominare un solo grande partito
politico in Occidente che proponga di intervenire in modo
significativo. Cosa succederà quando un numero sufficiente di
persone si renderà conto che le loro opinioni non contano e che le
loro nazioni non sono nemmeno sovrane? Forse si aprirà un
ventaglio più ampio di possibili risposte, di cui parlerò tra
poco.
<br>
Mi ha colpito il fatto che la Palestina fosse rilevante per il
campo dell'anticipazione del collasso che chiamiamo "Adattamento
profondo", non solo perché un Paese viene demolito, ma, come ho
spiegato sopra, perchè parte di un più ampio collasso del diritto
internazionale, se non dell'ordine mondiale degli Stati Uniti. Ho
quindi controllato il grande gruppo Deep Adaptation su Facebook e
sono rimasto deluso nel vedere solo un post sull'argomento, che
riguardava più l'impatto psicologico dell'assistere a un genocidio
che le strategie per opporvisi. I moderatori del gruppo hanno
confermato che non stavano censurando i post sull'argomento.
<br>
Se “Adattamento profondo" non è partecipe, cosa stanno facendo
altri movimenti sociali? Sono stato molto felice di vedere
l'ardente sostegno di Greta Thunberg alla Palestina, e la sua
spiegazione di come la giustizia climatica riguardi i diritti
umani
<a class="moz-txt-link-freetext" href="https://www.aljazeera.com/opinions/2024/10/22/greta-thunberg-still-making-all-the-right-enemies">https://www.aljazeera.com/opinions/2024/10/22/greta-thunberg-still-making-all-the-right-enemies</a>
, ed è per questo che la Palestina è importante. Greenpeace UK ha
recentemente riempito il laghetto dell'ambasciata statunitense a
Londra con un colorante rosso sangue. La rivista Ecologist e il
podcast Planet Critical hanno prodotto contenuti su Gaza e ne
hanno parlato in altri contesti. Ma in generale sono rimasto
deluso dalla mancanza di attenzione, e forse dalla mancanza di
unire i punti sia nel movimento per il cambiamento climatico che
in quello sindacale.
<br>
Non è che gli individui non parlino, non è nemmeno che non ci sia
un'azione collettiva, ma sembra che molte istituzioni sociali come
i datori di lavoro, le comunità locali, i gruppi religiosi e le
ONG rimangano nelle loro corsie, non volendo sfidare il sabotaggio
dei diritti umani e del diritto internazionale. Alcuni sionisti
sono riusciti a far germogliare l'idea che criticare Israele metta
voi, ed eventualmente i vostri associati, nello stesso campo della
Germania nazista, e un numero sufficiente di persone (come l'ex
leader del partito laburista britannico Jeremy Corbyn) sono state
svergognate o licenziate per far sì che le persone nei circoli
educati si auto-censurino sulla questione.
<br>
Tenendo conto di ciò, come ci si può opporre a questo genocidio,
quando il più grande esercito della Terra e la sua macchina per
stampare denaro sono proprio dietro ai perpetratori?
<br>
La mia risposta personale, come persona con poche affiliazioni
collettive, è marciare. Diverse volte alla settimana, nascondo la
mia rabbia, la mia disperazione e la mia impotenza dietro
un'espressione cupa, srotolo una grande bandiera palestinese e
marcio lentamente lungo la strada principale tenendola in alto.
Non grido slogan né cerco di attirare l'attenzione su di me,
lascio che sia la bandiera a parlare
<a class="moz-txt-link-freetext" href="https://matslats.net/how-to-march-for-palestine">https://matslats.net/how-to-march-for-palestine</a> .
<br>
Parlo anche online, come fanno molti di noi. Ma sappiamo che non
è molto efficace, perché le grandi piattaforme costruiscono camere
d'eco intorno a noi, cosicché parlare è più simile a una terapia
che a una presa di posizione. Jem Bendell, l'editore del mio
commento qui, ha paragonato la condivisione sui social media
all'equivalente moderno di vivere in un luogo che si affaccia su
un campo di concentramento e andare in bagno a gridare e piangere
davanti allo specchio. Qualche vicino potrebbe sentire l'eco
dell'angoscia che proviene da casa vostra, ma questo non è nulla
di paragonabile a una discussione su come intervenire insieme.
Sono d'accordo che probabilmente non siamo d'aiuto se non ci
concentriamo su un pubblico e non contribuiamo a un piano. Jem ha
proseguito: “Un modo in cui parlare può essere utile è se aiutiamo
a normalizzare la discussione sul genocidio nelle sfere del
dialogo sociale, che si tratti della nostra professione, del
sindacato, della chiesa o di gruppi di interesse su questioni come
il cambiamento climatico, l'adattamento profondo, la rigenerazione
o i beni comuni. Solo allora potremo iniziare a discutere di ciò
che si potrebbe effettivamente fare insieme”.
<br>
Allora, di cosa potremmo iniziare a discutere? Sono curioso di
conoscere i seguenti atti di resistenza:
<br>
* Proteggere la Palestina <a class="moz-txt-link-freetext" href="https://t.co/eJUnNy5rqj">https://t.co/eJUnNy5rqj</a> - un tentativo
di fare pressione su alcuni Paesi affinché formino un'alleanza
militare difensiva ed entrino con la forza in Palestina.
<br>
* Esistono applicazioni che scansionano i codici a barre e ti
dicono se il produttore è sulla tua lista di boicottaggio.
<a class="moz-txt-link-freetext" href="https://bdsmovement.net/BDS-Has-Partnered-With-Boycat-App">https://bdsmovement.net/BDS-Has-Partnered-With-Boycat-App</a> (ci sono
altre applicazioni per il boicottaggio)
<br>
* Portare la “guerra” agli stessi produttori di armi attraverso
azioni dirette pacifiche
<a class="moz-txt-link-freetext" href="https://www.bbc.com/news/articles/c8rl07z63y7o">https://www.bbc.com/news/articles/c8rl07z63y7o</a> .
<br>
* Partecipare a una rinnovata campagna di boicottaggio e
disinvestimento
<a class="moz-txt-link-freetext" href="https://morningstaronline.co.uk/article/dont-buy-apartheid-palestine-solidarity-campaign-launches-new-boycott-drive-across-britain">https://morningstaronline.co.uk/article/dont-buy-apartheid-palestine-solidarity-campaign-launches-new-boycott-drive-across-britain</a>
.
<br>
Penso che l'aspetto del boicottaggio potrebbe essere molto più
profondo. Attualmente si concentra soprattutto sulle strade
principali, evitando prodotti come Coca Cola, McDonalds e Nike,
per varie ragioni, ad esempio perché riforniscono l'IDF. Ma anche
se queste multinazionali potessero essere costrette a cambiare
politica, il risultato sarebbe comunque insignificante. L'impatto
è molto più grande al di fuori della strada principale, dove le
aziende tecnologiche equipaggiano direttamente l'IDF e le società
finanziarie si arrovellano su questioni che valgono miliardi di
dollari, come: chi finanzierà la ricostruzione di Gaza, chi
otterrà i contratti di costruzione, chi otterrà i proventi del
petrolio, chi sarà il proprietario della terra rubata?
<br>
Consideriamo Microsoft, che distribuisce Windows e Office.
Secondo quanto riferito, Microsoft fornisce servizi all'IDF
<a class="moz-txt-link-freetext" href="https://www.middleeasteye.net/news/inside-campaign-end-microsofts-collaboration-israeli-army%20artificial%20Intelligence">https://www.middleeasteye.net/news/inside-campaign-end-microsofts-collaboration-israeli-army%20artificial%20Intelligence</a>
, tra cui l'intelligenza artificiale. Pertanto, pagando denaro e
fornendo dati a Microsoft, non è azzardato dire che i clienti di
Windows sono indirettamente complici del genocidio. Se i servizi
Microsoft possono essere acquistati per aiutare a uccidere i
palestinesi, chi non potrebbero aiutare a uccidere in futuro? Una
risposta potrebbe essere quella di rivolgersi ai sindacati e ai
consigli del personale per chiedere che i dirigenti smettano di
costringerci a essere indirettamente complici di crimini contro
l'umanità quando ci chiedono di usare i sistemi Microsoft sul
posto di lavoro.
<br>
Naturalmente l'intero settore ESG (Environmental, Sustainable,
Governance) esiste per aiutare gli investitori a essere
responsabili, comprese le questioni relative ai conflitti e ai
diritti umani - quindi cosa stanno facendo? Alcuni fondi pensione
e altri investitori che hanno sottoscritto volontariamente i
principi globali hanno disinvestito da aziende che operano in
territori occupati o che vendono armi alle forze di occupazione,
come l'IDF. Tuttavia, gruppi come i Principi delle Nazioni Unite
per l'Investimento Responsabile (UNPRI) non sostengono questo tipo
di disinvestimento, ma chiedono agli investitori di impegnarsi con
le aziende, cosa che ritengono più incisiva.
<br>
Purtroppo, questa “gestione degli investitori” non sta
funzionando; anche i firmatari provenienti da Paesi che ci si
aspetterebbe più favorevoli alla Palestina non sembrano frenare la
Grande Finanza. Discutendo con Jem, che ha un background in questo
campo, ha detto: “Dovremmo tutti scrivere alle nostre banche e ai
nostri fondi pensione, soprattutto se hanno sottoscritto gli
impegni ESG, per chiedere maggiori azioni contro il genocidio”.
Avendo guidato la nascita dell'ESG, è ironico e ridicolo che i
fondi pensione universitari abbiano miliardi investiti in aziende
complici di genocidi. A causa del totale silenzio dell'UNPRI su
questo tema, non sarebbe sorprendente se ci fossero dimissioni di
massa dall' organizzazione da parte di investitori provenienti da
Paesi prevalentemente musulmani, e persino proteste presso la loro
sede di Londra da parte di attivisti contro il genocidio”. “In
Italia abbiamo
<a class="moz-txt-link-freetext" href="https://www.bancaetica.it/una-finanza-per-la-pace-anche-in-palestina/">https://www.bancaetica.it/una-finanza-per-la-pace-anche-in-palestina/</a>
“n.d.c.
<br>
<br>
Ho osservato, protestato e marciato per 18 mesi. Ma in futuro, se
mi verrà mai chiesto cosa ho fatto durante il genocidio, voglio
rispondere che ho continuato a cercare nuovi modi per ridurre la
mia complicità e unirmi ad altri nell'applicare nuove pressioni,
senza aspettarmi un risultato e preparandomi, sia emotivamente che
praticamente, al peggio che sarebbe venuto. Come vorresti
rispondere alla domanda su cosa hai fatto durante il genocidio?
Pensate che “mi sono sentito sconvolto e ho scritto su Facebook”
sia sufficiente?
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Res-verona mailing list
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