[Inter-gas_vr] La prima filiera etica italiana contro il caporalato

Carlo Reggiani carlo.reggiani a gmail.com
Sab 16 Nov 2019 10:42:07 CET


https://www.nocap.it/press/2019/09/24/la-prima-filiera-etica-italiana-contro-il-caporalato-sugli-scaffali-pomodoro-e-verdure-con-bollino-nocap
<https://www.nocap.it/press/2019/09/24/la-prima-filiera-etica-italiana-contro-il-caporalato-sugli-scaffali-pomodoro-e-verdure-con-bollino-nocap/?fbclid=IwAR1VeZ-lTJOKYKzNQ-8giOnrVoEEHtQGZDeMiTsakFdtoNy_SA0Y7erSD-E>

La prima filiera etica italiana contro il caporalato. 100 lavoratori
assunti. Sugli scaffali prodotti con bollino Nocap
By
 Staff <https://www.nocap.it/press/author/staffcap_press/>
 -
24 Settembre 2019

*Foggia, 23 settembre 2019*. È finalmente realtà la prima filiera etica in
Italia contro il caporalato, frutto dell’intesa tra il Gruppo Megamark di
Trani (leader della distribuzione moderna nel Mezzogiorno con oltre 500
supermercati), l’associazione internazionale anticaporalato NO CAP
(impegnata nel promuovere e valorizzare le aziende agricole che rispettano
la legalità e i diritti dei lavoratori) e Rete Perlaterra (associazione e
rete tra imprese che promuovono pratiche agroecologiche di lavoro della
terra).

Si tratta del primo esperimento in Italia basato su un sistema di
tracciabilità delle filiere agroalimentari mediante l’uso congiunto del
bollino etico denominato “NoCap” promosso dall’Associazione NO CAP e del
marchio di qualità etico “IAMME”, a breve nei supermercati a insegna A&O,
Dok, Famila, Iperfamila e Sole365 del Mezzogiorno con cinque tipologie di
conserve di pomodoro biologico, frutta e verdura fresche.

Il progetto mira a contrastare il caporalato e, in generale, il lavoro
irregolare nel settore agricolo, garantendo ai produttori un prezzo giusto
per i loro prodotti e ai lavoratori il pieno rispetto dei loro diritti, a
partire dall’applicazione dei contratti collettivi del lavoro. Nel
protocollo firmato alcuni giorni fa, infatti, il Gruppo Megamark si è
impegnato ad acquistare prodotti agricoli etici garantiti dal bollino
NoCap, rilasciato alle imprese agricole e di trasformazione dopo apposite
verifiche effettuate dagli ispettori dell’Associazione NO CAP e,
successivamente, dall’ente di certificazione DQA accreditato presso il
Minpaf e Accredia.

In questa fase sperimentale, il progetto si sta svolgendo in tre aree
d’Italia: in Capitanata (Puglia), dove si raccolgono pomodori che si
trasformano in conserve (pelati e passate) coinvolgendo circa 60
lavoratori, nel Metapontino (Basilicata) in cui un centinaio di lavoratori
raccolgono e confezionano prodotti freschi (tra cui finocchi, carciofi,
peperoni, uva, insalata, ortaggi e frutta) e nel Ragusano (Sicilia), dove
una quarantina di lavoratori coltivano alcune varietà di pomodoro (pachino,
pomodori gialli, ciliegino).

Al momento il progetto coinvolge una ventina di aziende e circa 100
braccianti extracomunitari selezionati principalmente all’interno di ghetti
e baraccopoli delle tre regioni, sottratti alla malavita e al ricatto dei
caporali. A questi ragazzi, provenienti da Ghana, Senegal, Mali, Burkina
Faso, Gambia e Costa d’Avorio, sono stati garantiti alloggi dignitosi (al
posto dei ghetti) e contratti di lavoro regolari, spostamenti con mezzi di
trasporto adeguati (al posto dei furgoni “killer” dei caporali), visite
mediche, dispositivi per la sicurezza sul lavoro (scarpe
antinfortunistiche, tute, guanti, mascherine) e bagni chimici nei campi di
raccolta.

“È una prima goccia che cade in quell’atroce oceano chiamato caporalato –
ha ricordato il cavaliere del lavoro Giovanni Pomarico, a capo del Gruppo
Megamark -, tuttavia noi ci siamo e speriamo che altri attori del nostro
comparto possano avviare filiere analoghe a IAMME. Sono progetti in cui
vincono tutti, dai ragazzi che hanno un lavoro dignitoso alle imprese che
producono nella legalità, dai supermercati che propongono prodotti etici e
di qualità ai loro clienti che possono scegliere un consumo più
consapevole”.

“Questo progetto segna un primo passo per sconfiggere il caporalato – ha
confermato Yvan Sagnet, l’ingegnere camerunense arrivato in Italia nel 2007
e a capo della protesta dei braccianti di Nardò del 2011 da cui ebbe
origine l’iter per la legge sul caporalato – tuttavia è necessario che
ognuno faccia la propria parte, in primis chi deve applicare la legge
199/2016, finora disattesa nella parte relativa alla prevenzione e alla
creazione di reti tra istituzioni, centri per l’impiego, ispettorati,
imprese e lavoratori. Anche ai consumatori chiediamo attenzione e maggiore
consapevolezza nell’acquisto dei prodotti”.

Per coinvolgere nel progetto solo imprese virtuose a livello etico e
ambientale, l’associazione NO CAP sottopone imprese e prodotti a una
valutazione fondata su una matrice multifunzione, assunta come base per il
rilascio del bollino ‘NoCap’. Oltre al principale criterio dell’etica del
lavoro, da rispettarsi pienamente, la matrice valuta, con un punteggio da 1
a 5, altri aspetti aziendali: ‘Filiera corta’, ‘Rifiuti zero’,
‘Decarbonizzazione’, ‘Trattamento degli animali’ e ‘Valore aggiunto del
prodotto’.

“Il progetto – ha aggiunto Sagnet – ha un enorme potenziale di crescita che
potrebbe consentire l’assunzione di migliaia di lavoratori. Ce la stiamo
mettendo tutta per il bene della comunità, insieme a tante organizzazioni e
persone che ringraziamo: dall’Associazione Ghetto Out-Casa Sankara alla
Regione Puglia, da Goodland a Don Pino Caisso, Don Antonio Polidoro e Don
Beniamino Sacco, impagabili per il loro supporto logistico e abitativo”.

“IAMME – ha ribadito Francesco Pomarico, direttore operativo del Gruppo
Megamark – è il nostro contributo per una società migliore in cui chi
lavora nel settore agroalimentare, impresa o bracciante di qualsiasi razza
o provenienza, deve farlo nel solco delle leggi. Oggi partiamo con cinque
referenze di conserve e numerosi prodotti freschi, tuttavia vorremmo
proporre ai nostri clienti sempre più prodotti con importanti contenuti
etici e ambientali”.

“Il sistema agroalimentare italiano – ha sottolineato Gianni Fabbris,
presidente dell’associazione ‘Rete Perlaterra – è in un rischio grande:
quello di perdere irrimediabilmente il proprio patrimonio di lavoro e
produzione agricola per diventare solo una grande piattaforma speculativa.
È con il lavoro dei nostri contadini e dei nostri braccianti che abbiamo
saputo costruire nei millenni il patrimonio di culture che fanno del nostro
cibo e del nostro paesaggio un unicum al mondo. Con l’alleanza fra i
produttori, i lavoratori salariati e la distribuzione intelligente apriamo
oggi il percorso per difendere il nostro patrimonio e dare ai cittadini la
certezza di un cibo giusto e un territorio tutelato”.

Il Gruppo Megamark di Trani è la realtà leader del Mezzogiorno nella
distribuzione moderna con 1,6 miliardi di vendite alle casse nel 2018,
oltre 5.500 addetti e più di 500 punti vendita serviti a insegna Dok,
Famila, Iperfamila, Sole365 e A&O. Attraverso la Fondazione Megamark
promuove iniziative in ambito sociale, culturale e ambientale nei territori
in cui opera.

L’associazione internazionale NO CAP è stata creata da Yvan Sagnet nel 2011
successivamente alla prima protesta di braccianti per le condizioni di vita
e di lavoro avvenuta a Nardò, in provincia di Lecce. In prima linea per
tutelare la dignità e i diritti dei lavoratori, è attiva nella lotta al
caporalato, mette l’essere umano al centro rispetta l’ambiente e valorizza
i prodotti del territorio.

Rete Perlaterra è un’associazione che, applicando i principi contadini
della sovranità alimentare, promuove le pratiche agroecologiche di lavoro
della terra e di produzione del cibo buono, con alla base alti contenuti
etici e sociali. È anche una rete d’imprese agricole e della trasformazione
impegnate a creare economia circolare e garantire con il proprio lavoro una
prospettiva di giustizia.

Good Land sviluppa progetti ad alto impatto sociale e innovativo con al
centro la terra, i territori e le comunità che le abitano. Intende
contribuire a sviluppare ricerca scientifica di utilità sociale e attività
di rete fra privati, istituzioni, organizzazioni sociali con il fine di
ricostruire opportunità di valorizzazione economica ed ecologica.

I sei aspetti aziendali valutati con la matrice multi-funzione ‘NoCap’,
racchiudono i vari punti del decalogo alla base dell’attività
dell’associazione:

Rispetto per il lavoro. Niente sfruttamento di manodopera sottopagata o
schiavizzata. Contratti di lavoro legali e soprattutto UMANI.

Rispetto per l’ambiente e il paesaggio. Le attività economiche non devono
distruggere le coste, i boschi, le montagne i laghi e le altre risorse
naturali che sono la base dell’economia del turismo e generano PIL
sostenibile per il Paese.

Rispetto per la salute dei cittadini. Produzione senza contaminanti e
nessuna immissione di sostanze nocive nell’ambiente che inquinano il suolo,
avvelenano l’aria o l’acqua e causano malattie.

Produzione di energia senza emissioni. Decarbonizzazione progressiva dei
processi produttivi secondo il modello energetico distribuito e interattivo
della Terza Rivoluzione Industriale, incentivando l’attività
dell’autoproduzione (prosumer), e l’aggregazione di micro reti digitali di
energia rinnovabile integrata nelle attività d’impresa.

Finanziamento etico delle attività di impresa. Anche i finanziamenti delle
attività economiche devono seguire il modello democratico e distribuito,
con la massima diffusione del micro credito, dell’azionariato popolare
(crowdfunding) e della finanza popolare tramite appositi pacchetti
specifici delle banche cooperative e delle casse di credito locali.

   -

Ritorno alla filiera corta e locale per la diffusione commerciale dei
prodotti con l’introduzione di norme di favore per la vendita di filiera
corta a vantaggio delle piccole aziende per una giusta distribuzione
commerciale.

Valorizzazione della trasformazione con processi ad alto valore aggiunto
realizzati il più vicino possibile ai luoghi di produzione e integrati nei
processi aziendali.

Adozione di pratiche a rifiuti zero sia nella produzione e nella
distribuzione. Diminuzione progressiva di imballaggi e sistemi premianti
per il riuso e riciclo che devono essere integrati nelle attività aziendali
ed incentivate.

Promozione di nuove proposte turistiche ispirate all’offerta di un “turismo
esperienziale” che porti sotto la guida di cittadini esperti, turisti
provenienti da realtà urbane a conoscere tramite il lavoro, nelle arti,
nell’artigianato e nella coltivazione, secondo la logica espressa da Carlo
Petrini, secondo cui oltre a far viaggiare i prodotti verso i consumatori,
vanno fatti viaggiare anche i consumatori verso i prodotti.

I Contratti di Rete.  Si tratta di un modello di collaborazione tra imprese
che consente, pur mantenendo la propria indipendenza, autonomia e
specialità, di realizzare progetti ed obiettivi condivisi, incrementando la
capacità innovativa e limitando i costi di gestione.

Giovanni Terrenzio – dichiara il presidente di Nocap Yvan Sagnet – è un
uomo eccezionale e di grande coraggio. È il titolare della Coop Soc Prima
Bio di Rignano Garganico (Fg) grazie alla quale sono state realizzate le
passate di pomodoro a marchio Iamme-NoCap.

La Primo Bio è uno dei rari modelli di imprese agricole del mezzogiorno e
del Gargano in perticolare all’insegna della legalità e del rispetto dei
diritti dei lavoratori. Essa ha sempre fatto della responsabilità sociale
d’impresa una sua centralità a tal punto da aver inserito nell’azienda,
migranti e persone con gravi disaggi sociali mettendogli a disposizione
vitto, alloggi e macchine di servizio.

Mi ha molto colpito sin da subito la disponibilita del signor terrenzio
nell’accettare il progetto Nocap-Iamme e di non aver manifistato nessuna
contrarieta ad assumere quando gli abbiamo proposto una quarantina di
migranti (nonostante i costi elevati) per un’azienda che di solito utilizza
per questo tipo di prodotto la raccolta meccanizzata.

La Prima Bio dimostra che il Sud non è tutto marcio e chi si puo essere un
modello anche laddove l’illegalità è una normalità.

Il signor Terrenzio e l’azienda Prima Bio hanno deciso di sostenerci e di
mettere la faccia nonostante i rischi e insieme a loro cambieremo l’ordine
delle cose.

-- 
Carlo Reggiani
about.me/reggianicarlo
[image: Carlo Reggiani on about.me]
  <http://about.me/reggianicarlo>
-------------- parte successiva --------------
Un allegato HTML è stato rimosso...
URL: <http://lists.3x1t.org/pipermail/inter-gas_vr/attachments/20191116/deaa87fb/attachment-0001.html>


Maggiori informazioni sulla lista Inter-gas_vr