[Inter-gas_vr] una riflessione sui GAS

antonio antonic a 3x1t.org
Gio 8 Dic 2022 09:00:48 CET


ciao a tutt*
vi giro una mail scritta nella lista nazionale GAS, con oggetto: La fine 
del mondo per come lo abbiamo conosciuto.
Cosa ne pensano i GAS veronesi?
ciao antonio
Negli ultimi giorni mi è capitato di parlare e sentire agricoltori del 
settore bio. Cooperative.
Persone impegnate sul tema della solidarietà e delle reti di economia 
circolare.
Tutti sono preoccupatissimi per l'impatto che avrà la crisi dei prossimi 
mesi su queste reti di produttori. Una rete che di fatto ha un mercato 
autonomo, quello dei GAS, che rischia di comprimersi per effetto diretto 
del caro bollette. In poche parole quel ceto medio che componeva e 
sosteneva questo mondo potrebbe rivolgersi altrove perché costretto dal 
carovita al risparmio, mentre il costo dell'energia costringerebbe ad 
alzare i prezzi. È una ipotesi, ma secondo me reale con la quale fare i 
conti.
Al tempo stesso una fetta sempre più consistente della popolazione dovrà 
chiedere aiuto ai banchi alimentari. Alla solidarietà verticale perché 
non resisterà ai rincari. La rete degli acquisti biologici è una forma 
importante che ha permesso di costruire una economia circolare basata 
sul saper fare, coniugando volontariato e spesso capace di misurarsi sul 
terreno istituzionale.
La crisi obbliga questo mondo ad un salto in avanti, senza il quale sarà 
ben difficile resistere. Al tempo stesso è assolutamente evidente che 
anche chi fa distribuzione alimentare gratuita dovrebbe rendersi conto 
che la qualità del cibo che distribuisce spesso è di bassa qualità, con 
produzioni impattanti, che spesso non rispettano i diritti dei lavoratori.
Pongo alcuni elementi su cui discutere insieme.
1) occorre organizzare la rete degli acquisti, passare dai GAS agli 
spacci popolari, dotarsi di piastre logistiche, celle frigorifere, 
furgoni di trasporto che possono agevolare la filiera. Coniugare il 
biologico ed il popolare. Le reti corte con le lunghe. Favorire su 
generi alimentari di base, consorzi fra piccoli produttori ed economie 
di scala. Capire quali prodotti possono essere inseriti nei banchi 
alimentari, in particolare il fresco delle reti corte di produzione.
2) il mutualismo non è solidarietà. Il mutualismo è reciprocità, 
responsabilità. Dare ed avere. Il mutualismo è una forma ruvida che 
tende ad espellere nel tempo chi riceve senza dare. L'organizzazione del 
mutualismo richiede tempo non retribuito, trasparenza nei conti, visione 
politica. Capacità di mettersi a disposizione con il conflitto sociale. 
Per avere persone impegnate in questa forma di organizzazione occorre 
essere netti e dare visioni chiare del processo organizzativo che si 
intende sviluppare.
3) la terra ed i suoi frutti generano economia e profitto, è possibile 
che dentro le economie circolari, oltre che ad assicurare il rispetto 
del lavoro e dell'ambiente si generi una quota di profitto per sostenere 
welfare dal basso? In poche parole è possibile ripensare l'utilizzo 
sociale della terra con un punto più avanzato in termini politici?
4) i comuni ed i municipi possono essere considerati spazi di battaglia 
politica per avere spacci e piastre logistiche gratuite? E possibile 
usare i mercati comunali per sostenere le economie circolari e la 
produzione di welfare dal basso?
5) In molti vorrebbero costruire un paniere nazionale con prodotti di 
base biologici, usufruibili dalle classi popolari. Noi possiamo 
riuscirci se i circoli dei partiti e delle associazioni, i centri 
sociali, le case del popolo, si trasformano in punti di distribuzione.
Mi piacerebbe sentire vostre riflessioni.
Marco Giustini
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