[Orto_comunitario_cola] risposta a Marco, 19.11.2020

Vincenzo gmail vincenzo.benciolini a gmail.com
Gio 19 Nov 2020 22:13:56 CET


Caro Marco,

grazie della tua risposta. Parto anch'io dalla fine e ricordo che, 
finora, hanno aderito ad andare alla Mag Francesco, mio fratello, e 
Marco. Io non ho ancora chiesto l'appuntamento. Per Marco, penso che 
dovrò chiedere un pomeriggio quando Marco fa il turno della notte o del 
mattino. Vi terrò aggiornati.

E, ora, Marco, vengo a te. Hai scritto in modo aperto e sincero e mi 
sento di condividere tutto o quasi.

Vado via come mi viene ... . Intanto ti comunico che il tuo messaggio ha 
dato l'occasione di un impegnativo confronto con Claudia che mi ha 
parlato in modo schietto e vero. Mi ha detto che non sono "evoluto" ma, 
siccome il sinomino è "moderno" forse voleva dire meglio che non sono 
assennato, equilibrato. Il giudizio veniva dalla mia frase "scelte di 
vita che sappiano battersi oltre ogni limite". "Sono frasi da 
adolescenti", dice Claudia.

In effetti, nella mia realtà presente, ho fatto quella affermazione 
però, subito dopo, l'ho negata perché "ho sentito un rifiuto di 
mantenere una situazione dove Claudia si sentiva trascurata". Nello 
stesso tempo ho la convinzione che non vi sia niente che possa chiudermi 
la strada verso un mio miglioramento nel Bene.

Poi, ci sono pure i limiti naturali propri della nostra personalità che 
non si possono "superare" ma di cui si deve tener conto.

Claudia ed io stiamo leggendo, di tanto in tanto, un libro "Metti in 
luce la tua ombra" di Robert A. Johnson. Gruppo Editoriale Futura, dove 
-mi sembra, perché non sempre è così chiaro e comprensibile- viene detto 
che, in più occasioni,  dovremmo vivere tenendo assieme due verità in 
conflitto tra loro. Ci muoveremo nella realtà concreta nel modo che ci 
riesce tenendo presente quelle due verità perché, esaminate una per una, 
sono ambedue vere.

Sotto più aspetti mi sento simile a te. Sono più vecchio di te di una 
buona manciata di anni. Quando, alla fine del tuo scritto, scrivi che 
"Urge cambiare le proprie vite" ho ricordato che, nel 1959, -avevo 26 
anni- avevo tentato un cambiamento di vita e in parte c'ero riuscito.

Dopo 2 anni e mezzo di un lavoro che, anche, per certi aspetti, mi 
piaceva perché lavoravo in montagna, -ma, comunque dove servivo la 
ricerca illimitata di energia elettrica-, mi licenziai. Mi sentivo 
dentro un binario fisso che mi avrebbe accompagnato fino alla pensione. 
E il mondo? E l'umanità? Ricordo che mio padre, quando glielo dissi, mi 
guardò preoccupato.

E allora la domanda "Cosa ne faccio della mia vita? Feci un periodo di 
ricerca interiore durante il quale decisi di non prestare più servizio 
nell'Esercito (ero sottotenente degli alpini). Dopo qualche settimana mi 
arriva un "richiamo alle armi". Non ce l'ho fatta ad essere fedele alla 
mia decisione e trascorsi tre mesi nell'Esercito. Questo fatto, tenuto 
nascosto a tutti per una decina di anni, lascerà un segno nella mia 
vita. L'orgoglio ha avuto quì il suo peso.

Un'altra osservazione può servire: in questo periodo, in quegli anni, 
non mi confrontavo con nessuno.

É stato anche il periodo durante il quale ho iniziato (dicembre 1962) e 
portato avanti la Comunità di Emmaus non senza difficoltà e crisi. 
Credevo in quello che facevo ma non era facile e mi portavo dentro quel 
peso.

L'impegno nella Comunità si allentò e finì (dopo 15 anni) in un modo 
confuso. Già avevo finalmente rotto quel pesante segreto: ora quando c'è 
l'occasione ne parlo senza problemi. E avevo incontrato Claudia. Volevo 
riprendere degli aspetti della vita che sentivo di aver trascurato.

Questa è stata ed è la mia vita caratterizzata da alterne vicende.

Con Claudia cerchiamo di essere veri, di rispettarci e di aiutarci a 
conoscerci.

In ogni caso, Marco, penso che il tuo scritto ci ha aiutato a mettere in 
campo il nostro "privato". Ciacuno lo potrà fare a suo modo e con i suoi 
tempi ma non si può evitare di riconoscere che "il privato è politico", 
cioè interferisce in tutto ciò che siamo e facciamo.

Detto in altro modo: "io sono così perché gli altri sono così" e "gli 
altri sono così perché io sono così" (Thich Nhat Hanh, monaco buddista).

Cercherò, ora, di portare avanti la situazione ma di questo vi scriverò 
a presto.

Un abbraccio Vincenzo


Il 15/11/20 20:25, degabassman a 3x1t.org ha scritto:
> Parto dalla fine: verrò volentieri insieme a te alla Mag per avere 
> consulenza riguardo alla possibilità di costituire una
> fondazione.
>
> C'è una frase (un concetto) che mi risuona spesso nella testa: "i 
> ricchi sono il problema, la povertà è la soluzione".
> Ogni giorno mi domando quanto povero sono e la risposta è: decisamente 
> poco. Mi sento di fare parte dei ricchi: ho una casa, un lavoro, una 
> macchina, mille altri oggetti, non mi manca veramente niente; proprio 
> per questo mi sento anche parte del problema. E' più facile arrivare 
> ad essere ricchi che poveri, se questa è una scelta di vita. E' 
> difficile (almeno per me) immaginare un futuro senza certezze 
> economiche, senza la comodità di cui ci circondiamo.
> Tu Vincenzo stai offrendo la possibilità di vivere la povertà, non 
> intesa come privazione, ma come scelta di vivere in armonia con il 
> mondo. A parole sembra facile ma in realtà pare la cosa più difficile 
> del mondo. Personalmente, pur riconoscendo la povertà come possibile 
> soluzione, sento che mi mancano le esperienze, sento di avere vissuto 
> troppo tempo come "un ricco" e l'idea di "fare il povero" da un giorno 
> all'altro mi spaventa, sento di avere bisogno di avvicinarmi ad un 
> nuovo stile di vita per gradi. Sento di essere profondamente ignorante 
> e di dovere colmare una marea di lacune, sento di avere bisogno di 
> uscire dal mio guscio per metteremi un po' in gioco. Il periodo Covid 
> però limita estremamente le possibilità di vivere esperienze (nel mio 
> piccolo vorrei fare il cammino di Santiago e fare qualche esperienza 
> da wwoofer).
> Rispetto tutte le tue scelte, soprattutto perché elaborate dopo 
> confronti e pensieri profondi. L'idea che hai di
> lasciare le tue terre per il bene comune è più che lodevole, il come 
> (e già me lo immaginavo) è molto difficile da capire però.
>
> Credo che il cuore del tuo scritto sia qui: "le parole di Michele, ma 
> anche quelle di Marco, vanno superate. Ci vogliono delle scelte di 
> vita che sappiano battersi oltre ogni limite. Mi accorgo, ora, che 
> sono proprio le scelte che io non ho fatto."
> Ho pensieri simili anch'io, penso che sia necessario fare delle scelte 
> coraggiose per cambiare la propria vita e uscire
> dal sistema consumistico in cui siamo immersi. Ma è difficile, 
> veramente difficile fare scelte che si battano oltre ogni
> limite; nel mio piccolo le vedo come enormi montagne da scalare. E poi 
> ci sono gli affetti e i familiari/amici, difficile
> che un cambio radicale non coinvolga anche le relazioni con loro. Il 
> rischio serio è di rompere un equilibrio, generare
> incomprensioni, stravolgere relazioni.
> Il futuro della vita degli esseri umani sulla Terra però deve 
> necessariamente essere lontano dalla strada che sta
> percorrendo ora, consumare risorse finite e inquinare la nostra casa 
> comune in nome del denaro è evidentemente un percorso che può portare 
> solo a maggiori sofferenze. Sembriamo dei podisti bendati in corsa 
> nella notte in un sentiero a
> strapiombo: prima o poi cadremo, e saranno dolori, anche più di quelli 
> che il covid ci ha portato in questo periodo. Urge
> cambiare le proprie vite, fare scelte radicali, ma è difficile, 
> maledettamente difficile...
>
>
> Il 2020-11-03 17:00 Vincenzo gmail ha scritto:
>> Per favore aprite l'allegato
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