[Inter-gas_vr] dibattito su IRIS e i GAS
antonio
antonic a 3x1t.org
Sab 6 Feb 2021 14:13:01 CET
ed ecco le ultime mail ma in realtà non ultime perchè stanno continuando
con i botta e risposta.
Come potete leggere ci sono posizioni critiche anche nei confronti dei
GAS stessi,
ciao antonio
Il giorno mar 27 ott 2020 alle ore 16:54 Claudio Premarini
<gas a liste.retelilliput.org <mailto:gas a liste.retelilliput.org>> ha scritto:
Caro Gianpaolo,
in effetti sono stato molto sintetico :)
E adesso mi vendico :)))
Bada, trovo bellissimo il pensiero citato da Andrea, e in altro contesto
lo apprezzerei di più.
Ma qui non riesco.
Perché è proprio questa "magia" che tiene bloccati i Gas nella ricerca
di un mondo fantastico, irreale, presente solo nei sogni di chi li ha
ideati tanti anni fa e ancora strenuamente ci crede.
Come si fa a parlare di luce quando Altromercato vende su Amazon?
O quando le botteghe del commercio equo e solidale chiudono
inesorabilmente per asfissia economica?
O quando persino IRIS, portabandiera di un sistema diverso, finisce per
agire con la stessa modalità di quella impresa profit così avversa al
modo di pensare di un gasista comune?
Sono abbastanza vecchio e disilluso per non credere ad un mondo che non
esiste.
Ma non voglio arrendermi all'idea che non ci possa essere un modello
alternativo di economia, che possa stare in piedi.
Bisogna avere però il coraggio di ricominciare da capo, con la
consapevolezza che il mondo del 1994 è molto diverso, un'altra galassia
rispetto all'attuale.
Quello che ho spesso sottolineato, passando ahimé per un rompipalle
incontentabile, è che
1) bisogna avere il coraggio di rinnovare e di investire sulle nuove
generazioni
2) bisogna sapere percorrere vie nuove e rischiose, anche con guide
diverse dalle precedenti
3) l'esperienza è importante, ma non può diventare un freno
4) bisogna rivedere il nostro concetto di Solidale, che di fatto dà il
senso all'operare del gruppo: in tutti i gruppi a cui ho partecipato, la
solidarietà era sostanzialmente solo verso i produttori, raramente
vedevo il contrario, e ancor meno frequentemente vedevo una solidarietà
orizzontale, cioè rivolta all'interno del gruppo.
5) il biologico e il km zero non sono totem: personalmente credo che sia
molto più importante la qualità delle relazioni umane che il gruppo
riesce a costruire al proprio interno e nelle reti di appartenenza e di
relazione
6) quelli che dobbiamo essere in grado di accogliere solidalmente sono
tutti coloro che non hanno la possibilità di spendere le cifre richieste
dall'acquisto solidale; se è vero che la qualità ha un prezzo, è pur
vero che le parti devono cercare il minor lucro possibile
7) in tanti anni i GAS e ReteGas non sono mai riusciti (per quanto io
sappia) a realizzare un metodo applicabile in tutta Italia di buona
logistica; personalmente, mi fece, mi ha fatto e mi fa piangere il cuore
vedere quanti soldi delle fondazioni sono stati spesi per microprogetti
la maggior parte dei quali non ha avuto un seguito e non è riuscita ad
incidere veramente nel tessuto dell'economia di mercato, diventando una
vera alternativa; anzi, penso ancora con dispiacere al fallimento della
Cooperativa Corto Circuito (esperienza che è comunque costata soldi ai
soci e che non ha lasciato apparentemente nessuna eredità)
8) in pochissimi casi, che io conosca, sono stati realizzati patti
davvero efficaci e duraturi fra consumatori etici e produttori etici;
questi patti sono indispensabili ai secondi per potere agire con
serenità, ma presuppongono un impegno da parte dei gruppi che spesso non
c'è stato se non marginalmente (peraltro alcuni produttori se ne sono
approfittati: io personalmente ho perso seimila euro dati come
contributo sulla fiducia ad uno storico produttore di vino del Pavese,
che credo sia fallito ma che ha ricominciato serenamente altrove,
contando sulla benevolenza e la tolleranza dei consumatori "etici")
9) la struttura organizzativa nazionale richiede un forte ricambio e una
seria riflessione (a meno che vogliamo dirci che la partecipazione di un
centinaio di persone ad un 'assemblea nazionale generale sia un
successo), anche a rischio di dovere chiudere e ripartire da zero, con
il rischio di non ripartire (forse è questa paura che ci fa restare dove
siamo, nella logica del "piuttosto che niente, piuttosto").
Purtroppo, ogni volta che ho azzardato nell'affrontare queste tematiche,
ho incontrato un muro di burro, non di gomma. E ho perso la voglia di
fare il grillo parlante e di partecipare laddove non era evidentemente
gradita la partecipazione.
Non mi sorprende, quindi, quanto sta succedendo con IRIS, che sta
dividendo nelle due partigianerie e che ha portato Andrea Saroldi ad
introdurre la moderazione di una lista, atto che personalmente trovo (ma
non perché l'ha fatto Saroldi, in generale, in tutti i casi) l'extrema
ratio perché lede alla radice la libera espressione sostituendola con
un'azione sostanzialmente censoria.
Un'organizzazione nazionale strutturata avrebbe potuto chiedere un
incontro formale con IRIS per approfondire e chiarire, magari invitando
a partecipare i referenti regionali dei GAS. E' stato fatto? Se è stato
fatto mi è sfuggita la sintesi, che non mi sembra passata da qui né
dalla lista RES.
Per scagliare la pietra, la prima o anche le altre, bisogna essere
sicuri che non ci ritorni in fronte: e non mi sento di dire che, dalla
parte dei GAS, non ci sia bisogno di farsi un bell'esame sulle modalità
di scelta dei fornitori, di partecipazione al gruppo, sulla definizione
dei principi di solidarietà e di come si esprimono.
Perché se alla fine in un GAS si va per maggioranza, per sfinimento, è
sicuro che qualcosa si è sbagliato.
Mi fermo qui.
Buon pomeriggio,
Claudio
Il giorno mar 27 ott 2020 alle ore 15:53 GianPaolo ha scritto:
ciao a tutti
la poesia e la positività sono balsamo per il cuore e aiutano a
costruire, a sognare, a dare fiducia
ma ci vuole equilibrio
e le poche parole di Claudio aiutano a cercarlo
sto subendo e patendo in prima persona la dinamica IRIS
e ritengo vada gestita nel dialogo tra tutti e con IRIS
dialogo che - come ho detto a loro - è difficile quando fanno calare
dall'alto delle decisioni senza una condivisione di percorso e contenuti
e senza ragionare e costruire insieme
ma lascerei una porta aperta per vedere cosa si può fare
la crepa può determinare un crollo oppure essere occasione per unirsi e
gestirla, portando luce...
occupiamoci della crepa! 😉
/Gian Paolo/
Il 27/10/2020 09:04, Claudio Premarini
Molto poetico, ma con le crepe crolla anche il muro, se non si sistemano.
Il giorno dom 25 ott 2020 alle ore 18:07 AndreaS ha scritto:
/Dimenticate la vostra offerta perfetta//
//C’è una crepa in ogni cosa//
//È così che entra la luce/
(Anthem, Leonard Cohen)
In questi giorni sono rimasto ancora una volta stupito da quanto sia
polarizzata la discussione all’interno del mondo italiano
dell'economia solidale, come se per ogni soggetto non esistessero
alternative tra essere considerati magnificamente perfetti o
terribilmente diabolici.
Eppure i Gas e chi pratica il consumo critico sono da tempo abituati
a fare i conti con il fatto che il produttore perfetto non esiste,
come non esiste il Gas perfetto; seguiamo dei valori, che traduciamo
in criteri (piccolo, locale, solidale, ...), che poi applichiamo
come riusciamo.
Nel 2011 mi era comparsa un’immagine per descrivere questo concetto
di gradualità nella transizione: la /scala del consumo critico/, con
i prodotti disposti lungo i gradini a seconda del numero di criteri
riusciamo a soddisfare, con le loro mille sfaccettature; in cima il
prodotto perfetto, in basso quello così-così.
Nel corso del tempo, come in una fiaba di Andersen, ho visto i
prodotti saltellare sugli scalini, salire e scendere, arrivare e
scomparire; ognuno di loro mi ricorda una faccia e molte fatiche.
Forse gli scricchiolii scatenano reazioni forti perché ci sentiamo
fragili, ma penso che dobbiamo avere cura delle crepe, senza
nasconderle, perché è da lì che entra la luce che ci consente di
vedere dove stanno i problemi, per affrontarli insieme (nel senso
delle persone che affrontano i problemi, non di affrontare tutti i
problemi in una volta sola)!
A questo link trovate un mio messaggio del 2011 in cui introducevo
l'immagine della scala del consumo critico:
https://cortocircuitoflegreo.blogspot.com/2011/06/lescalation-del-consumo-critico.html
A questo link trovate un riassunto in 500 caratteri con foto in un
messaggio Mastodon (il social network open-source decentralizzato)
su sociale.network: https://sociale.network/@andreas/105095794243428617
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Ciao
Andrea Saroldi
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La tempesta è capace di disperdere i fiori ma non è in grado di
danneggiare i semi.
(K. Gibran)
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