[Res-verona] Papà, cosa hai fatto quando ci fu questo genocidio?
antonio
antonic a 3x1t.org
Lun 5 Maggio 2025 11:06:52 CEST
ciao a tutt*
forse questo articolo che è stato inviato alla lista nazionale dei GAS
non sarà tutto "oro colato", ma una domanda anzi più di una dovremmo
porcele, stiamo veramente facendo qualcosa per la pace?
Io non mi sento assolto, mi chiedo sempre cosa possiamo fare?
Così diceva Martin Luther King: "Non ho paura della cattiveria dei
malvagi ma del silenzio degli onesti"
e purtroppo non basta indignarsi e scrivere
Ecco la traduzione.
https://jembendell.com/2025/04/21/what-did-you-do-in-the-genocide-daddy/
Tradotto da Sonia Persichini con Deepl e corretto da Glauco Venturi.
Perché dovremmo parlare di Gaza e del genocidio nella Giornata della
Terra? In parte perché dovremmo parlarne ogni giorno. In parte perché lo
stesso mix di forze che sta distruggendo il pianeta sta distruggendo la
vita e la terra a Gaza. In parte perché il settore ambientale mainstream
non ne parlerà, mentendo sul fatto che tutto ciò di cui abbiamo bisogno
sono più tecnologia, speranza e leadership carismatica per salvare il
mondo. Il mio amico e collega nel campo della preparazione al collasso,
Matthew Slater, ha marciato con la bandiera palestinese quasi ogni
giorno negli ultimi 18 mesi. Abbiamo discusso di ciò che ha imparato e
di ciò che si può fare di più, dando vita al seguente saggio. Vi
preghiamo di leggerlo e di condividerlo con altre persone via e-mail,
non sui social media, dove questi contenuti vengono probabilmente
seppelliti dagli algoritmi.
Grazie, Jem
Cosa hai fatto durante il genocidio, papà?
di Matthew Slater [ascolta l'audio di questo saggio
https://soundcloud.com/jem-bendell/what-did-you-do-in-the-genocide-daddy ].
Trovo difficile parlare di Palestina.
Quello che sta accadendo è molto più di un conflitto regionale o di
un'operazione antiterroristica. Molto di più anche del presunto
genocidio che sta prendendo piede. Prima di esporre il mio caso, sarà
utile per alcuni lettori che si affidano ai media tradizionali, che io
esponga alcuni fatti. Mi limiterò a 10!
1. La retorica sionista sostiene tipicamente di rappresentare tutti
gli ebrei, e che chiunque si opponga allo Stato israeliano o alle sue
azioni illegali odia tutti gli ebrei. La loro affermazione è che solo
gli ebrei sono “nativi” e hanno diritti legali, genetici o addirittura
biblici per controllare il territorio. Tuttavia, questa idea non è
intrinseca all'ebraismo ed è nata da una setta di ebrei europei nel XIX
secolo. Tali rivendicazioni non sono supportate dalla legge, dalla
genetica e nemmeno dalla Torah, almeno secondo molti ebrei ortodossi,
che credono che la diaspora sia un'intenzione di Dio: “Il Signore vi
disperderà tra i popoli, e voi rimarrete pochi di numero tra le nazioni
dove il Signore vi condurrà.” (Deuteronomio 4:27). Pertanto, qualsiasi
iniziativa volta a equiparare l'antisionismo all'antisemitismo, viola il
diritto degli ebrei di avere una diversità di vedute sulla loro
religione e su Israele.
2. L'atto di costituzione di Hamas nel 1988 può essere letta come
un'espressione di intenti genocidi nei confronti degli ebrei, ma questo
è stato molto chiarito nell'aggiornamento del 2017, in cui si afferma
che il “conflitto è con il progetto sionista, non con gli ebrei a causa
della loro religione”. Questo fatto non è stato riportato, perché non si
adatta alla narrazione secondo cui Israele non ha altra scelta che
cancellare Gaza.
3. I militanti hanno commesso crimini di guerra il 7 ottobre, ma i
titoli che hanno fatto il giro del mondo sui bambini decapitati e cotti
erano falsi
https://www.aljazeera.com/news/2024/3/21/october-7-forensic-analysis-shows-hamas-abuses-many-false-israeli-claims
e quasi certamente progettati da consulenti di pubbliche relazioni per
massimizzare l'indignazione pubblica. Questa storia è stata poi
ampiamente riportata, contribuendo a disumanizzare il nemico, e fornendo
una copertura psicologica per le atrocità che sarebbero avvenute in
seguito. Purtroppo, per trovare prove di bambini decapitati, basta
guardare Gaza.
4. Dopo aver dichiarato inizialmente 1400 vittime, il conteggio reale
delle vittime civili israeliane (perché 373 morti di soldati non sono
illegali) è la metà (695). Molte di queste non sono state però uccise da
gazawi, infattil'IDF (Israel Defense [sic] Forces) ha ammesso un'immensa
quantità di incidenti intenzionali di fuoco amico, dovuti alla politica
israeliana di uccidere i propri soldati, forse anche civili, piuttosto
che permettere che vengano fatti prigionieri.
5. La macchina delle pubbliche relazioni di Israele ha diffuso lo
slogan “Israele ha il diritto di difendersi”. Questa frase è stata
ripetuta per mesi, ma in realtà è falsa e fuorviante in relazione ai
territori occupati illegalmente. Falsa, perché il diritto internazionale
afferma l'esatto contrario, ovvero che le popolazioni occupate hanno il
diritto di resistere mentre gli occupanti non hanno tale diritto. È
fuorviante, perché le azioni di Israele non costituiscono in alcun modo
una difesa; per legge, solo una risposta proporzionata può essere
considerata “difesa”. Se un recente studio di Lancet è corretto riguardo
ai 186.000 morti gazawi, allora sottraendo 20.000 miliziani (una stima
dell'IDF) il rapporto tra i soldati uccisi è di 50:1 e il rapporto tra i
civili uccisi supera di gran lunga i 200:1.
6. Il massacro indiscriminato e l'imposizione di una massiccia
affamazione della popolazione da parte di Israele, non sta assolutamente
facendo raggiungere i suoi obiettivi di guerra dichiarati - infatti,
piuttosto che eliminare Hamas, il reclutamento rimane forte. Eppure la
strategia di Israele di bombardare e affamare i civili continua. I
ministri del governo israeliano a volte lo ammettono: Il ministro della
Difesa Yoav Gallant si vanta di usare il cibo (e l'acqua) come arma, il
che è un crimine di guerra: “Stiamo combattendo contro animali umani e
ci comportiamo di conseguenza... Non ci sarà elettricità, né cibo, né
carburante, tutto è chiuso”
https://www.timesofisrael.com/liveblog_entry/defense-minister-announces-complete-siege-of-gaza-no-power-food-or-fuel
. Il Primo Ministro Netanyahu evoca la storia biblica per giustificare
l'annientamento di una popolazione: “Dovete ricordare ciò che Amalek vi
ha fatto”. Il passo continua con “cancellerete la memoria di Amalek da
sotto il cielo”, il che implica l'uccisione di tutti, compresi gli
animali, e l'incendio dei raccolti. Il presidente Isaac Herzog invoca la
punizione collettiva, un crimine di guerra, quando afferma: “La
responsabilità è di un'intera nazione”. Queste dichiarazioni, insieme ai
fatti di distruzione sul terreno, indicano che “eliminare Hamas” è stata
una copertura per uccidere o espellere tutti da Gaza.
7. L'IDF, e parte della società israeliana in generale, hanno talmente
normalizzato l'odio e l'omicidio dei palestinesi che molti soldati
celebrano i loro crimini sui social media. Questo fenomeno è così
diffuso che è stata creata una fondazione per raccogliere queste prove e
chiedere arresti specifici.
8.Nonostante la copertura significativa del conflitto, i media
mainstream in Occidente hanno scelto costantemente un linguaggio che
mette in dubbio le fonti palestinesi e sminuisce la sofferenza dei
palestinesi, ammorbidendo l'aggressione israeliana e sminuendo la
resistenza e la protesta globale.
9. I leader politici di Stati Uniti, Regno Unito, Germania e altri
vendono spudoratamente bombe a Israele, sapendo che saranno usate
illegalmente. Leader dell'UE come la Presidente della Commissione
Europea Ursula von der Leyen, e l'Alto Rappresentante Josep Borrell,
hanno affermato il “diritto di Israele a difendersi” ma non quello della
Palestina, e hanno chiesto la liberazione di 250 ostaggi israeliani ma
non di 10.000 ostaggi palestinesi. Il Regno Unito effettua voli di
ricognizione su Gaza per sostenere l'IDF. Diversi Paesi dell'UE non
hanno rispettato i loro impegni internazionali nei confronti della Corte
penale internazionale, e hanno permesso a Netanyahu di sorvolare il loro
territorio - e persino di visitarlo. Tuttavia, nelle votazioni dell'ONU,
la stragrande maggioranza dei Paesi è favorevole alla Palestina.
10. Da tempo sono stati lanciati campanelli d'allarme sulle attività di
lobbying di Israele nei confronti dei Paesi stranieri, coltivando
relazioni con politici di Paesi strategici, che possono essere
facilmente interpretate come corruzione e ricatto. Si veda il
documentario di Al Jazeera, The Lobby
https://www.aljazeera.com/program/investigations/2017/1/10/the-lobby-young-friends-of-israel-part-1
, per un'indagine sotto copertura nel Regno Unito.
Le motivazioni in questo caso sembrano abbastanza semplici - è la
classica operazione coloniale: desiderare le risorse, uccidere gli
indigeni e sbianchettare il tutto per i consumatori in patria. Una volta
che Donald Trump ha offerto una visione di Gaza come resort di lusso,
gli sforzi si sono raddoppiati sia per uccidere i gazawi sia per
convincerli ad andarsene volontariamente, verso una destinazione ancora
da determinare. Le tensioni sono aumentate anche in Cisgiordania che,
senza un'azione internazionale, potrebbe subire un destino simile.
I fatti che ho elencato sono stati prontamente disponibili, quindi non
è credibile né morale dire che il massacro indiscriminato è “complicato”
o “ci deve essere un altro lato della storia”. Non esiste alcuna legge,
scritta o meno, che permetta l'assassinio di giornalisti, medici,
operatori umanitari, il massacro di donne e bambini, la demolizione di
case, ospedali, scuole, panetterie ed edifici religiosi, né la
distruzione di terreni agricoli.
Questo genocidio non è quindi fondamentalmente complicato, ma non può
essere compreso senza riconoscere il ruolo degli Stati Uniti. I legami
tra i due Paesi sono profondi:
* Gli aiuti militari statunitensi a Israele nel 2024 ammontavano a
oltre 2.000 dollari per israeliano, contro i meno di 400 dollari
dell'Ucraina e i 130 dell'Egitto.
* L'ex ambasciatore americano in Israele Martin Indyk ha dichiarato
due anni fa: “Dipendiamo da Israele per stabilizzare la regione”, il che
mi porta a chiedermi come Israele riesca a raggiungere questo obiettivo:
inviando ondate di rifugiati ai suoi vicini, o attraverso i prolifici
omicidi del Mossad, o la sua costante aggressione all'Iran.
* Israele possiede anche armi nucleari illegali, mentre gli Stati
Uniti fingono con il mondo che non sia così.
* Gli Stati Uniti usano sempre il veto del Consiglio di Sicurezza per
difendere Israele alle Nazioni Unite.
* Molti senatori statunitensi praticano il sionismo cristiano,
sostenendo che Dio sostiene Israele.
* Israele ha la più grande lobby politica (AIPAC) degli Stati Uniti.
Finanzia i politici in molti modi, e non solo i sionisti cristiani. Al
contrario, il senatore Bernie Sanders ha recentemente dichiarato: “Se
votate contro il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu e la sua
orribile guerra a Gaza, l'AIPAC vi punirà con milioni di dollari in
pubblicità per vedervi sconfitti”.
* Israele sviluppa e testa armi per la guerra urbana sui palestinesi
prima di venderle ai suoi alleati.
* Jeffrey Epstein è sospettato di aver passato al Mossad informazioni
utili per il ricatto, dando loro la possibilità di influenzare gli Stati
Uniti e altri responsabili delle decisioni.
Per quanto ripugnanti siano le azioni di Israele, gli Stati Uniti
forniscono copertura materiale e politica. Dopo la Seconda guerra
mondiale, gli Stati Uniti si sono autoproclamati legislatori,
poliziotti, giudici e banche globali, usando questi privilegi per
neutralizzare le Nazioni Unite e sottomettere altri Paesi. Come entità
capitalista, gli Stati Uniti dipendono assolutamente dalla crescita per
il loro benessere, quindi, dato che la crescita economica globale si sta
verificando maggiormente in Cina e nella coalizione dei BRICS, le
politiche estere degli Stati Uniti possono sembrare quelle di un animale
messo all'angolo, che si dimena facendo tentativi disperati di "lottare
contro la loro fine". Purtroppo, alcuni dei danni collaterali derivano
dal diritto internazionale. Non intendo suggerire che gli Stati Uniti
abbiano mai limitato le loro azioni al diritto internazionale - spesso è
stato ignorato e talvolta usato come giustificazione per distruggere
Paesi e aprire i loro mercati. Ma in 18 mesi di bombardamenti
indiscriminati sulla Palestina, l'ipocrisia degli Stati Uniti sembra
aver raggiunto un livello senza precedenti che rende il diritto
internazionale ampiamente superfluo - lo testimoniano i tentativi legali
del Sudafrica di fermare Israele presso la Corte Internazionale di
Giustizia, dove dopo una sentenza provvisoria, a Israele sono stati
appena concessi altri 6 mesi per rispondere alle accuse di genocidio
dello scorso anno.
“L'illusione della libertà continuerà fino a quando sarà redditizio
continuare l'illusione. Nel momento in cui l'illusione diventerà troppo
costosa da mantenere, smonteranno la scenografia, tireranno indietro il
sipario e vedrete il muro di mattoni in fondo al teatro”. - Frank Zappa,
Il vero libro di Frank Zappa (1989), p. 185
Se vogliamo contribuire a ridurre la sofferenza nel mondo, come
possiamo cercare di dare un senso a questa situazione? Innanzitutto,
potremmo ammettere che molti di noi non vivono in Paesi democratici.
Sondaggi su sondaggi mostrano che i cittadini occidentali non vogliono
che le loro tasse sostengano un genocidio, né che i loro regimi
pensionistici ne traggano profitto. Eppure non potrei nominare un solo
grande partito politico in Occidente che proponga di intervenire in modo
significativo. Cosa succederà quando un numero sufficiente di persone si
renderà conto che le loro opinioni non contano e che le loro nazioni non
sono nemmeno sovrane? Forse si aprirà un ventaglio più ampio di
possibili risposte, di cui parlerò tra poco.
Mi ha colpito il fatto che la Palestina fosse rilevante per il campo
dell'anticipazione del collasso che chiamiamo "Adattamento profondo",
non solo perché un Paese viene demolito, ma, come ho spiegato sopra,
perchè parte di un più ampio collasso del diritto internazionale, se non
dell'ordine mondiale degli Stati Uniti. Ho quindi controllato il grande
gruppo Deep Adaptation su Facebook e sono rimasto deluso nel vedere solo
un post sull'argomento, che riguardava più l'impatto psicologico
dell'assistere a un genocidio che le strategie per opporvisi. I
moderatori del gruppo hanno confermato che non stavano censurando i post
sull'argomento.
Se “Adattamento profondo" non è partecipe, cosa stanno facendo altri
movimenti sociali? Sono stato molto felice di vedere l'ardente sostegno
di Greta Thunberg alla Palestina, e la sua spiegazione di come la
giustizia climatica riguardi i diritti umani
https://www.aljazeera.com/opinions/2024/10/22/greta-thunberg-still-making-all-the-right-enemies
, ed è per questo che la Palestina è importante. Greenpeace UK ha
recentemente riempito il laghetto dell'ambasciata statunitense a Londra
con un colorante rosso sangue. La rivista Ecologist e il podcast Planet
Critical hanno prodotto contenuti su Gaza e ne hanno parlato in altri
contesti. Ma in generale sono rimasto deluso dalla mancanza di
attenzione, e forse dalla mancanza di unire i punti sia nel movimento
per il cambiamento climatico che in quello sindacale.
Non è che gli individui non parlino, non è nemmeno che non ci sia
un'azione collettiva, ma sembra che molte istituzioni sociali come i
datori di lavoro, le comunità locali, i gruppi religiosi e le ONG
rimangano nelle loro corsie, non volendo sfidare il sabotaggio dei
diritti umani e del diritto internazionale. Alcuni sionisti sono
riusciti a far germogliare l'idea che criticare Israele metta voi, ed
eventualmente i vostri associati, nello stesso campo della Germania
nazista, e un numero sufficiente di persone (come l'ex leader del
partito laburista britannico Jeremy Corbyn) sono state svergognate o
licenziate per far sì che le persone nei circoli educati si
auto-censurino sulla questione.
Tenendo conto di ciò, come ci si può opporre a questo genocidio,
quando il più grande esercito della Terra e la sua macchina per stampare
denaro sono proprio dietro ai perpetratori?
La mia risposta personale, come persona con poche affiliazioni
collettive, è marciare. Diverse volte alla settimana, nascondo la mia
rabbia, la mia disperazione e la mia impotenza dietro un'espressione
cupa, srotolo una grande bandiera palestinese e marcio lentamente lungo
la strada principale tenendola in alto. Non grido slogan né cerco di
attirare l'attenzione su di me, lascio che sia la bandiera a parlare
https://matslats.net/how-to-march-for-palestine .
Parlo anche online, come fanno molti di noi. Ma sappiamo che non è
molto efficace, perché le grandi piattaforme costruiscono camere d'eco
intorno a noi, cosicché parlare è più simile a una terapia che a una
presa di posizione. Jem Bendell, l'editore del mio commento qui, ha
paragonato la condivisione sui social media all'equivalente moderno di
vivere in un luogo che si affaccia su un campo di concentramento e
andare in bagno a gridare e piangere davanti allo specchio. Qualche
vicino potrebbe sentire l'eco dell'angoscia che proviene da casa vostra,
ma questo non è nulla di paragonabile a una discussione su come
intervenire insieme. Sono d'accordo che probabilmente non siamo d'aiuto
se non ci concentriamo su un pubblico e non contribuiamo a un piano. Jem
ha proseguito: “Un modo in cui parlare può essere utile è se aiutiamo a
normalizzare la discussione sul genocidio nelle sfere del dialogo
sociale, che si tratti della nostra professione, del sindacato, della
chiesa o di gruppi di interesse su questioni come il cambiamento
climatico, l'adattamento profondo, la rigenerazione o i beni comuni.
Solo allora potremo iniziare a discutere di ciò che si potrebbe
effettivamente fare insieme”.
Allora, di cosa potremmo iniziare a discutere? Sono curioso di
conoscere i seguenti atti di resistenza:
* Proteggere la Palestina https://t.co/eJUnNy5rqj - un tentativo di
fare pressione su alcuni Paesi affinché formino un'alleanza militare
difensiva ed entrino con la forza in Palestina.
* Esistono applicazioni che scansionano i codici a barre e ti dicono
se il produttore è sulla tua lista di boicottaggio.
https://bdsmovement.net/BDS-Has-Partnered-With-Boycat-App (ci sono altre
applicazioni per il boicottaggio)
* Portare la “guerra” agli stessi produttori di armi attraverso azioni
dirette pacifiche https://www.bbc.com/news/articles/c8rl07z63y7o .
* Partecipare a una rinnovata campagna di boicottaggio e
disinvestimento
https://morningstaronline.co.uk/article/dont-buy-apartheid-palestine-solidarity-campaign-launches-new-boycott-drive-across-britain
.
Penso che l'aspetto del boicottaggio potrebbe essere molto più
profondo. Attualmente si concentra soprattutto sulle strade principali,
evitando prodotti come Coca Cola, McDonalds e Nike, per varie ragioni,
ad esempio perché riforniscono l'IDF. Ma anche se queste multinazionali
potessero essere costrette a cambiare politica, il risultato sarebbe
comunque insignificante. L'impatto è molto più grande al di fuori della
strada principale, dove le aziende tecnologiche equipaggiano
direttamente l'IDF e le società finanziarie si arrovellano su questioni
che valgono miliardi di dollari, come: chi finanzierà la ricostruzione
di Gaza, chi otterrà i contratti di costruzione, chi otterrà i proventi
del petrolio, chi sarà il proprietario della terra rubata?
Consideriamo Microsoft, che distribuisce Windows e Office. Secondo
quanto riferito, Microsoft fornisce servizi all'IDF
https://www.middleeasteye.net/news/inside-campaign-end-microsofts-collaboration-israeli-army%20artificial%20Intelligence
, tra cui l'intelligenza artificiale. Pertanto, pagando denaro e
fornendo dati a Microsoft, non è azzardato dire che i clienti di Windows
sono indirettamente complici del genocidio. Se i servizi Microsoft
possono essere acquistati per aiutare a uccidere i palestinesi, chi non
potrebbero aiutare a uccidere in futuro? Una risposta potrebbe essere
quella di rivolgersi ai sindacati e ai consigli del personale per
chiedere che i dirigenti smettano di costringerci a essere
indirettamente complici di crimini contro l'umanità quando ci chiedono
di usare i sistemi Microsoft sul posto di lavoro.
Naturalmente l'intero settore ESG (Environmental, Sustainable,
Governance) esiste per aiutare gli investitori a essere responsabili,
comprese le questioni relative ai conflitti e ai diritti umani - quindi
cosa stanno facendo? Alcuni fondi pensione e altri investitori che hanno
sottoscritto volontariamente i principi globali hanno disinvestito da
aziende che operano in territori occupati o che vendono armi alle forze
di occupazione, come l'IDF. Tuttavia, gruppi come i Principi delle
Nazioni Unite per l'Investimento Responsabile (UNPRI) non sostengono
questo tipo di disinvestimento, ma chiedono agli investitori di
impegnarsi con le aziende, cosa che ritengono più incisiva.
Purtroppo, questa “gestione degli investitori” non sta funzionando;
anche i firmatari provenienti da Paesi che ci si aspetterebbe più
favorevoli alla Palestina non sembrano frenare la Grande Finanza.
Discutendo con Jem, che ha un background in questo campo, ha detto:
“Dovremmo tutti scrivere alle nostre banche e ai nostri fondi pensione,
soprattutto se hanno sottoscritto gli impegni ESG, per chiedere maggiori
azioni contro il genocidio”. Avendo guidato la nascita dell'ESG, è
ironico e ridicolo che i fondi pensione universitari abbiano miliardi
investiti in aziende complici di genocidi. A causa del totale silenzio
dell'UNPRI su questo tema, non sarebbe sorprendente se ci fossero
dimissioni di massa dall' organizzazione da parte di investitori
provenienti da Paesi prevalentemente musulmani, e persino proteste
presso la loro sede di Londra da parte di attivisti contro il
genocidio”. “In Italia abbiamo
https://www.bancaetica.it/una-finanza-per-la-pace-anche-in-palestina/
“n.d.c.
Ho osservato, protestato e marciato per 18 mesi. Ma in futuro, se mi
verrà mai chiesto cosa ho fatto durante il genocidio, voglio rispondere
che ho continuato a cercare nuovi modi per ridurre la mia complicità e
unirmi ad altri nell'applicare nuove pressioni, senza aspettarmi un
risultato e preparandomi, sia emotivamente che praticamente, al peggio
che sarebbe venuto. Come vorresti rispondere alla domanda su cosa hai
fatto durante il genocidio? Pensate che “mi sono sentito sconvolto e ho
scritto su Facebook” sia sufficiente?
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